Se pensi che mettere la crema solare sia solo una questione di scegliere la bottiglia con il numero più alto, ti stai sbagliando. La verità è che molti usano la protezione solare in modo sbagliato, e questo li espone a rischi ben più gravi di un semplice arrossamento. Non è solo una questione di estetica o di evitare le rughe: l’esposizione ai raggi UV è la principale causa di cancro della pelle, e un uso corretto del sole può ridurre il rischio di melanoma del 50%. Ma per ottenere questo risultato, devi capire cosa significa davvero SPF, cosa vuol dire ‘ampio spettro’, e perché la riapplicazione non è un’opzione, ma una necessità.
Che cos’è l’SFP e cosa non ti dice
L’SFP, o Fattore di Protezione Solare, misura quanto bene una crema blocca i raggi UVB, quelli responsabili delle scottature. Ma non ti dice nulla sui raggi UVA, che penetrano più in profondità e causano invecchiamento prematuro e danni al DNA della pelle. Un SPF 30 blocca il 97% dei raggi UVB, mentre un SPF 50 ne blocca il 98%. Sembra una differenza piccola, e lo è. Ma non è un caso che i dermatologi raccomandino sempre SPF 30 come minimo: oltre questo punto, i benefici aggiuntivi sono quasi impercettibili. SPF 100 non significa che puoi stare al sole il doppio del tempo. Significa solo che blocca lo 0,5% in più di UVB rispetto a SPF 50. E se non lo riapplichi, diventa inutile in 90 minuti.La cosa più importante da capire? L’SFP è misurato in laboratorio, con una quantità di prodotto molto più alta di quella che la maggior parte delle persone usa. Per ottenere l’SFP dichiarato, devi applicare 2 mg per cm² di pelle. Per il viso, questo equivale a circa un quarto di cucchiaino - o cinque-sei piccole palline di crema. La maggior parte delle persone ne usa la metà, o meno. Risultato? Un prodotto SPF 50 diventa effettivamente SPF 15.
Cosa significa ‘ampio spettro’ e perché è fondamentale
L’etichetta ‘ampio spettro’ non è un marketing. È un requisito legale. In base alle norme FDA, un prodotto può definirsi ‘ampio spettro’ solo se protegge dai raggi UVA fino a 370 nanometri di lunghezza d’onda. Questo significa che copre non solo i raggi che bruciano la pelle, ma anche quelli che la invecchiano. Senza questa protezione, puoi evitare le scottature, ma non i segni dell’età: macchie, rughe, perdita di elasticità. Lo studio del Journal of the American Academy of Dermatology del 2013 ha dimostrato che il 90% dell’invecchiamento visibile della pelle è causato dall’esposizione solare. Se non usi un prodotto con ampia protezione, stai lasciando che i raggi UVA facciano il loro lavoro in silenzio.Non tutti i prodotti con ‘ampio spettro’ sono uguali. Alcuni, soprattutto quelli minerali, hanno una protezione UVA debole. Un test indipendente di Consumer Reports del 2025 ha mostrato che alcuni solari minerali, pur dichiarando SPF 50, bloccavano meno del 40% dei raggi UVA. In confronto, i solari chimici con avobenzone e octocrylene hanno ottenuto punteggi fino al 92 su 100. Questo non vuol dire che i minerali siano cattivi - anzi, sono perfetti per pelli sensibili - ma devi controllare l’etichetta. Cerca zinc oxide al 10% o più: è l’unico filtro minerale che offre una protezione UVA veramente efficace.
Minerale o chimico? La scelta giusta per te
I solari si dividono in due categorie: minerali e chimici. Quelli minerali usano ossido di zinco e diossido di titanio. Lavorano come uno scudo fisico, riflettendo i raggi UV. Funzionano subito, non devi aspettare. Sono meno irritanti, perfetti per chi ha acne, rosacea o pelle sensibile. Ma spesso lasciano un velo bianco, soprattutto su pelli più scure. Alcuni prodotti, come la crema EltaMD UV Clear SPF 46, hanno risolto questo problema con pigmenti più fini e aggiunte di niacinamide, che aiutano anche a ridurre l’infiammazione.I solari chimici, invece, assorbono i raggi UV e li trasformano in calore. Sono più leggeri, invisibili sulla pelle, e offrono una protezione più uniforme. Ma contengono ingredienti come l’oxybenzone, che alcuni studi collegano al danno dei coralli. Per questo, Hawaii e altri luoghi hanno vietato questi filtri. Se vai in mare, scegli un prodotto ‘reef safe’. E attenzione: alcuni prodotti dichiarano ‘reef safe’ senza motivo. Controlla l’elenco degli ingredienti: se trovi oxybenzone o octinoxate, non è davvero sicuro per l’ambiente.
La scelta non è tra ‘migliore’ e ‘peggiore’, ma tra ‘adatto’ e ‘non adatto’. Se hai la pelle chiara e ti preoccupi di rughe e macchie, un chimico con avobenzone è la tua scelta. Se hai la pelle sensibile o sei incinta, un minerale con zinco al 10% è più sicuro. E se vuoi proteggere l’ambiente, evita i filtri vietati nei mari.
La riapplicazione: il passo che quasi tutti saltano
La regola è semplice: riapplica ogni due ore, e subito dopo nuoto, sudore o asciugatura con un asciugamano. Ma solo il 14% delle persone che vanno in spiaggia lo fa. Perché? Perché dimenticano. Perché pensano che l’SFP 50 duri tutto il giorno. Perché la crema si è assorbita e non si vede più.Il problema è che la protezione non svanisce gradualmente. Si spezza. Un’ora di nuoto, anche se il prodotto è ‘resistente all’acqua per 80 minuti’, elimina fino al 70% della protezione. E l’asciugatura con un asciugamano? Rimuove quasi tutto il prodotto rimasto. Per questo, anche se hai usato un prodotto da 80 minuti, devi riapplicare dopo aver asciugato.
Per chi ha pelle chiara o passa molto tempo all’aperto, esistono soluzioni pratiche: stick solari da tenere in borsa, spray da usare sui capelli e sulle spalle, o creme con texture leggere che non lasciano traccia. Supergoop! Unseen Sunscreen, ad esempio, è un prodotto invisibile che si assorbe in pochi secondi e non pilla con il trucco. Ma anche in questo caso, devi riapplicare. Nessun prodotto è ‘tutto il giorno’.
Quando la protezione solare fallisce - e perché
Non tutti i prodotti sullo scaffale sono affidabili. Nel 2025, Consumer Reports ha testato 107 solari OTC e ha scoperto che alcuni prodotti dichiaravano SPF 50 ma in realtà offrivano protezione pari a SPF 13. Altri, come una crema per bambini di marca nota, avevano un’efficacia reale di SPF 4. Come è possibile? Perché i test di laboratorio non sono sempre controllati, e alcuni marchi più piccoli non fanno i test adeguati.Un altro problema: l’ossidazione. Alcune creme minerali, soprattutto quelle con coloranti, cambiano colore sulla pelle. Una crema SPF 60 può diventare arancione dopo due ore, lasciando un aspetto innaturale. Questo succede con ingredienti come l’ossido di ferro, usato per mascherare il bianco. Se noti che la tua crema cambia colore, smetti di usarla.
Le recensioni online sono un ottimo indicatore. Su Amazon e Reddit, gli utenti con pelle scura segnalano spesso che i solari minerali lasciano un velo grigio o bianco. Se hai un tono della pelle da NC30 in su, cerca prodotti specifici per pelli scure. Black Girl Sunscreen, ad esempio, è stata progettata per non lasciare residui bianchi, e ha ottenuto punteggi alti in test di efficacia.
Come applicare la crema solare in modo corretto
Ecco un metodo semplice, testato dai dermatologi:- Usa un quarto di cucchiaino per il viso e il collo.
- Applica in strati sottili: una prima mano, aspetta 5 minuti, poi una seconda.
- Non dimenticare orecchie, collo, décolleté, dorso delle mani e piedi.
- Se usi trucco, aspetta 15 minuti dopo la crema solare prima di applicarlo.
- Se vai in spiaggia, riapplica ogni due ore, e subito dopo nuoto o sudore.
Per controllare se hai coperto bene, usa un’app come Sunscreenr: ti mostra con una luce UV le zone che hai saltato. È un modo semplice, ma efficace, per capire se stai facendo davvero il tuo dovere.
Il futuro della protezione solare
Nel 2025, la FDA dovrebbe approvare nuove regole che obbligheranno tutti i solari a superare test più rigorosi, soprattutto per la protezione UVA. Alcuni filtri chimici, come l’oxybenzone, potrebbero essere vietati negli Stati Uniti, come già accade in Europa. Nel frattempo, stanno arrivando nuove tecnologie: braccialetti che rilevano l’esposizione solare e inviano un avviso al telefono quando è ora di riapplicare. Ma la vera rivoluzione sarà culturale: se più persone capissero che la protezione solare non è un gesto occasionale, ma un’abitudine quotidiana come lavarsi i denti, i casi di cancro alla pelle potrebbero calare drasticamente.Non serve spendere 50 dollari. Non serve cercare l’SFP più alto. Serve solo usare la crema giusta, nella quantità giusta, e riapplicarla quando serve. Per te. Per la tua pelle. Per il tuo futuro.
L’SFP 100 è davvero migliore dell’SFP 50?
No. L’SFP 50 blocca il 98% dei raggi UVB, l’SFP 100 il 99%. La differenza è minima, ma il prezzo e la falsa sensazione di sicurezza sono molto più alti. Nessun prodotto, nemmeno SPF 100, ti protegge per più di due ore senza riapplicazione.
Posso usare la crema solare come idratante?
Sì, ma solo se è formulata per farlo. Molti solari contengono idratanti, ma non sostituiscono una crema specifica per la pelle secca. Se hai la pelle molto secca, applica prima l’idratante, aspetta 5 minuti, poi la crema solare. Non mescolare i due prodotti.
I solari minerali sono più sicuri per i bambini?
Sì, soprattutto per i bambini sotto i 6 mesi. I filtri minerali come l’ossido di zinco sono meno irritanti e non vengono assorbiti dalla pelle. Evita i solari chimici sui neonati. Per i bambini più grandi, scegli prodotti senza profumo, senza parabeni e con almeno 10% di ossido di zinco.
La protezione solare previene il cancro alla pelle?
Sì, e lo fa in modo significativo. L’American Academy of Dermatology afferma che l’uso quotidiano di crema solare riduce il rischio di melanoma del 50%. Non è un’assicurazione totale, ma è la misura più efficace che hai a disposizione, insieme a cappelli e ombra.
Devo usare la crema solare anche se è nuvoloso?
Sì. Fino all’80% dei raggi UV passa attraverso le nuvole. Puoi scottarti anche in una giornata grigia. La protezione solare non è solo per la spiaggia o l’estate. È un prodotto da usare ogni giorno, anche in inverno, anche se rimani in città.
La crema solare fa bene alla pelle o la danneggia?
Quella giusta fa bene. I solari moderni contengono spesso antiossidanti, niacinamide e ingredienti che rafforzano la barriera cutanea. I danni arrivano quando si usano prodotti scadenti, troppo vecchi, o quando non si riapplica. Il vero danno viene dai raggi UV, non dalla crema.